
La Sos rifiuti plaude alla nomina del Commissario alla Terra dei Fuochi
24 Febbraio 2025L’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e tutela ambientale) ha presentato l’edizione 2024 del suo Rapporto rifiuti urbani dal quale emergono alcune tendenze positive ma, anche, storiche criticità.
Va bene la raccolta differenziata, arrivata al 66,6% su scala nazionale ma, permangono, gli squilibri tra macro aree, con il Nord in vetta (73,4%) seguito dal Centro (62,3%) e dal Sud (58,9%).
Sul podio delle Regioni più virtuose ci sono Veneto (77,7%), Emilia-Romagna (77,1%) e Sardegna (76,3%).
In valori assoluti, nel 2023 la produzione nazionale di rifiuti urbani si attesta a 29,3 milioni di tonnellate, con un aumento dello 0,7% rispetto al 2022 che, tra l’altro, anche se in maniera non proporzionale, coincide con quello del Pil.
La percentuale di riciclo dei rifiuti urbani è al 50,8%, in crescita dell’1,6% rispetto al 2022.
Tuttavia, è una crescita non in linea con i target UE secondo i quali dovremmo raggiungere il 55% già nell’imminente 2025 per poi arrivare a un ben più ambizioso 65% nel 2035.
Oltretutto, l’aumento dei volumi raccolti, non si accompagna ad un miglioramento della qualità dei materiali differenziati coì come si evince dai numeri a seguire: frazione organica (41%) carta e cartone (24,4%) vetro (13,9%), legno (6,6%) plastica (5,4%) indifferenziata (8,7%).
Per migliorare la qualità della raccolta bisognerebbe agire su più fronti: tipologia di materiali immessi in commercio, dotazione impiantistica e sensibilizzazione dei cittadini.
Complessivamente, gli impianti di trattamento di rifiuti urbani sono 656 di cui più della metà sono posizionati al Nord, 192 al Sud e 115 al Centro.
E’ evidente che, una migliore raccolta differenziata dovuta anche ad una più capillare dotazione impiantistica, si traduce in un risparmio dei cittadini così come si evince dai numeri a seguire.
Nel 2023 il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è stato di 197 euro per abitante che è una media che tiene conto però di numeri molto diversi tra le diverse aree del paese: al centro Italia si pagano 233,6 € per abitante, al Sud 211,4 € mentre al Nord (dove sono concentrati la maggior parte degli impianti di trattamento e si fa più raccolta differenziata) 173,3 €.
Quindi, ai fini del costo/risparmio pro capite, la raccolta differenziata da sola non basta.
Per dare una maggiore spinta spinta all’economia circolare bisognerebbe dotarsi di maggiori e migliori impianti di trattamento dei rifiuti.